Salonicco, situata sul Golfo Termaico, con più di un milione di abitanti è la seconda città della Grecia, dopo la capitale Atene. Con lo scoppio della crisi economica la Grecia ha adottato politiche di austerity imposte dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale. Queste politiche hanno portato il popolo greco alla miseria, riducendo i salari sia dei lavoratori statali che di quelli del settore privato.
Per rispondere a questa drammatica situazione sono mate molte le esperienze di solidarietà e di autogestione, come gli operai della Vio.Me che hanno occupato la fabbrica di materiali edili dopo un lungo periodo senza stipendio e dopo il fallimento causato dal riversamento di debiti della multinazionale madre. Dal 2011 ad oggi questi lavoratori sono riusciti a dar luce alla prima esperienza di autogestione a livello industriale in Grecia, trasformando la produzione in saponi e detersivi naturali per la casa e portando avanti azioni di solidarietà nei confronti non solo di greci in difficoltà ma anche dei migranti.
Sono molte le attività come questa nate sotto forma di cooperativa, autogestite e senza padroni. A Salonicco, tra le altre, ci sono anche la libreria “Akivernites Polities” che cerca di portare avanti un editoria diversa da quella dominante e i locali “Belleville sin patron” e “Domino” che hanno trasformato un’area nel centro della città in due piacevoli bar-biblioteca e che cercano di promuovere un modello sociale alternativo.
In questo contesto si è svolto il workshop di fotografia sociale, sganciato da regole e strutture formali e rivolto alla ricerca ed allo sviluppo di un proprio ed esclusivo “point of view”, in una città ricca di contraddizioni dove nonostante la paura del presente e l’incertezza del futuro molti vanno avanti e lottano. Qualcuno scappa, qualcuno sorveglia, qualcuno resiste, qualcuno lotta, così come ho lottato io nella realizzazione del mio progetto fotografico, per me stesso e contro me stesso, perché credo che prima di guardare verso fuori la fotografia aiuti a guardare verso dentro, verso se stessi e che solo attraverso un sempre più sincero rapporto con se stessi si possa intraprendere questo lungo viaggio che è fare Fotografia.